Smart working nel mercato immobiliare RE/MAX

Il ricorso a sistemi di lavoro e studio a distanza, via web, è stato una delle prime conseguenze sulle abitudini di vita della crisi sanitaria tuttora in corso.

 

 

Moltissime attività hanno potuto proseguire nonostante il lockdown operando ai computer dal proprio domicilio, in modalità smart working o, più precisamente, telelavoro, sia per quanto riguarda la prestazione di servizi che per le relazioni interpersonali, appuntamenti e riunioni.

Ben presto molti si sono resi conto che, in tale situazione, era ininfluente la località da dove operavano: quanti hanno potuto si sono trasferiti dalle città sede di lavoro alle seconde case possedute, solitamente in località turistiche o comunque più piacevoli per clima e situazione ambientale,  spesso con minori vincoli di movimento e incidenza del virus, ed hanno continuato a lavorare da lì.

 

Non occorre essere sociologi per capire che il mondo è cambiato. Gli esperti parlano di “nuova normalità”, ma non nascondono che si tratta di un processo appena iniziato e di cui è difficile ipotizzare un termine.

 

Molte consuetudini esistenziali che si credeva dover mutare solo per un periodo medio breve, potrebbero finire per divenire strutturali a prescindere dal fatto che in capo ad un paio d’anni grazie a vaccini, studi e terapie questa fase potrà essere solo un brutto ricordo.

Senz’altro molti mutamenti saranno irreversibili e questo non sarà un male. Tuttavia ciò che oggi prevale è l’incertezza.

 

La situazione descritta ha già avuto una ricaduta evidente sul settore immobiliare, con un incremento della ricerca di alloggi in locazione o in vendita in periferia ed in località a vocazione quasi solo turistica, poiché già dotate di servizi, collegamenti fisici e telematici adeguati a soddisfare ogni esigenza.

Prima i fruitori di queste tipologie di immobili erano per lo più anziani nei mesi invernali, e giovani e famiglie in quelli estivi, con formule di affitto breve. Adesso sono dipendenti amministrativi o professionisti di reddito medio-alto che stipulano contratti a lungo termine, nell’incertezza di un se e un quando dovranno o potranno rientrare a lavorare negli uffici “in sede”.

 

Non accade spesso, ma ogni tanto vengono introdotte nel nostro ordinamento strumenti nuovi ed adeguati ai tempi. Nel 2014 il decreto “Sblocca Italia” ti ha regalato la formula contrattuale perfetta per rispondere alle incertezze dei clienti: il contratto rent-to-buy. Questa novità è stata importata dal mercato statunitense, innovando il vecchio e farraginoso contratto di locazione con patto di riscatto, già previsto dal nostro ordinamento.

 

In sintesi - certo lo sai - il cliente può iniziare a godere dell’immobile immediatamente, con la possibilità di scegliere in un secondo momento se acquistarlo definitivamente. Si tratta di contratto unico a sviluppo bifasico: nella prima fase il cliente paga un canone mensile comprensivo di una quota per il godimento/locazione, e di una quota acconto sul prezzo di acquisto, nel caso in cui decida di procedere a questa seconda fase alla scadenza del termine concordato. Se decide di non procedere all’acquisizione le quote acconto restano in capo al concedente. L’obbligo di trascrizione del contratto consolida le reciproche garanzie.

 

Il sistema pare fatto su misura per il momento: se arriva un cliente che cerca un alloggio per lavorare in smart working in una località carina e periferica ma non sa per quanto tempo ne avrà bisogno, prima di dover rientrare in azienda, soprattutto se è nel dubbio di restarvi in locazione o acquistare, questo contratto è la proposta migliore da fare!

 

Può entrare e sentirsi subito nel suo, senza il peso emotivo di decidere nell'immediato sull’investimento o sul mutuo, al contempo può prendere confidenza con la casa e valutare se è confacente alle sue esigenze o meno, infine è nella condizione più confortevole per seguire lo sviluppo degli eventi e fare la miglior scelta quando la situazione si sarà in qualche modo stabilizzata. 

 

La formula tutela anche il proprietario: magari vorrebbe vendere ma non riesce perché gli acquirenti, nell’incertezza dei tempi, hanno paura di fare il salto nel buio del mutuo, e non osa affittare perché poi “non riesco più a metterli fuori” o “chissà come me la lasciano”. Qui i vantaggi sono evidenti.

 

Quando dico che è necessario aprirsi ad una mentalità elastica e adattativa per ottenere i migliori risultati, mi riferisco a questo tipo di idee. 

Sei formato ed informato per presentare questa proposta ai potenziali acquirenti? Hai presentato ai tuoi mandanti venditori i vantaggi di questa nuova opportunità di realizzare un buon affare?

Perché non basta che tu sappia dove andare: occorre accompagnare quanti vuoi ti seguano. Le parti si cercano, tocca a te farle incontrare!

 

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