Immerso in un ambiente naturale montano di pregio, il complesso denominato "Badia di
Montepiano" è un convento di circa 1590 mq.
Si componeva storicamente dell'Abbazia, importante esempio di istituzione
vallombrosana, del cimitero adiacente e del monastero annesso.
La Chiesa risulta consacrata alla data del 1107, anche se da studi storici condotti
risulterebbe risalente a data anteriore.
Secondo la tradizione il fondatore della Badia è stato il Beato Pietro, che fu anche il primo
priore, un eremita vocato alla vita semplice e protagonista di molti episodi leggendari
rappresentati anche nei preziosi affreschi che adornano la parete sinistra della Chiesa.
Secondo altre fonti, furono il suo esempio e la sua predicazione ad ispirare alcuni sacerdoti
secolari e dei laici, desiderosi di vivere monasticamente ed alla continua ricerca di luoghi
impervi e solitari ove erigere i propri romitori, i quali eressero, tra il 1090 e il 1096 con
l'aiuto dei conti Cadolingi, signori feudali del territorio, una piccola chiesa ed il monastero,
posto quest'ultimo sotto la regola di San Giovanni Gualberto.
La cerimonia di consacrazione della Chiesa avvenne solo nel 1107, celebrata dal vescovo di
Pistoia.
7
Il complesso raggiunse la sua massima importanza tra il XII e il XIII secolo: indice della sua
rilevanza fu il passaggio dal titolo di priore a quello di abate.
Nel 1499 il Papa Alessandro VI, con motu proprio concesse l'Abbazia in commenda al
canonico fiorentino Ainolfo Bardi, derogando ai privilegi concessi alla congregazione
vallombrosana che vietavano di incommendare i monasteri appartenenti alla comunità
religiosa. Da allora inizio il periodo di decadenza del monastero, quando i Bardi
cominciarono ad appropriarsi delle rendite del monastero al punto di causarne la totale
decadenza fino all'abbandono definitivo da parte dei monaci a metà del 1500.
I Bardi, rimasti gli unici abitanti dell'ex-monastero, ne apportarono cambiamenti interni
importanti, lasciando solo alcuni locali ad un cappellano. Le umili celle dei monaci
divennero ampie stanze arredate con mobili e suppellettili di ogni genere.
Nel 1623 la Chiesa fu eretta in parrocchia.
Nel 1797, a seguito della soppressione dei feudi ordinata dal governo francese, la famiglia
Bardi perse la proprietà dell'Abbazia, che finalmente ritornò libera dal patronato, ma versava
tuttavia in condizioni di totale abbandono.
Nel 1939, poiché nel nucleo abitato di Montepiano erano iniziati i lavori per la costruzione
di una nuova chiesa parrocchiale, la curia di Pistoia pose in vendita l'edificio monastico,
mantenendo la sola chiesa. Il grande fabbricato venne acquistato una prima parte nel 1943,
la parte restante nel 1954, dalla Piccola Missione per i Sordomuti di Bologna.
Le varie vicissitudini storiche che hanno interessato il complesso hanno influito
notevolmente sulla sua struttura architettonica, modificando e in parte stravolgendo l'assetto
originario.
Oltre alle modifiche apportate dai Conti Bardi, l'Abbazia subì ulteriori modifiche, sia per
incuria, che ne causò una parziale demolizione nel 1837, sia a seguito dei danni causati dal
terremoto del 1842, che fece crollare parte del monastero (segno tangibile degli interventi di
consolidamento sono i barbacani presenti lungo la facciata sud-est del complesso e il
ringrosso delle murature perimetrali sulla porzione del fabbricato nell'angolo sud-ovest,
apportati a seguito del terremoto).
Altre modifiche sopraggiunsero dopo l'acquisto da parte della Piccola Missione.
Le tre ali del fabbricato che andarono a costituire il monastero, costituito da due piani,
furono erette nei due secoli successivi alla nascita dell'abbazia in virtù della crescente
importanza della vicina località di Montepiano, ubicata presso il valico più basso tra quelli
che uniscono la Toscana con l'Emilia, sulla via che collega Prato con Bologna attraverso le
valli del Bisenzio e del Setta (affluente del Reno), strada di notevole importanza nel
Medioevo.
Alcuni documenti testimoniano la presenza di un luogo di raccolta dei prodotti, frutto
dell'attività dei monaci, e di un "ospitale", in base ad una delle principali finalità del
monachesimo medioevale: l'assistenza dei viandanti e dei pellegrini.
Negli anni a seguire l'immobile originario ha subito una serie di ampliamenti, come
testimoniano le tre ali del fabbricato differenti per tipologia, per dimensione, per
disposizione interna dei locali e volumetria, segno tangibile dei vari adattamenti che la
struttura primitiva ha subito per venire incontro alle esigenze dei vari proprietari
avvicendatisi nei tempo fino all'epoca attuale.
Dagli anni '80 il fabbricato è stato oggetto di ristrutturazioni per adeguamenti igienico
sanitari e risanamenti conservativi, tra i quali il rifacimento di parte del tetto.
E' stato inoltre realizzato un ampliamento, costituito dal fabbricato separato posto a nord-est
del complesso originario.
Montepiano" è un convento di circa 1590 mq.
Si componeva storicamente dell'Abbazia, importante esempio di istituzione
vallombrosana, del cimitero adiacente e del monastero annesso.
La Chiesa risulta consacrata alla data del 1107, anche se da studi storici condotti
risulterebbe risalente a data anteriore.
Secondo la tradizione il fondatore della Badia è stato il Beato Pietro, che fu anche il primo
priore, un eremita vocato alla vita semplice e protagonista di molti episodi leggendari
rappresentati anche nei preziosi affreschi che adornano la parete sinistra della Chiesa.
Secondo altre fonti, furono il suo esempio e la sua predicazione ad ispirare alcuni sacerdoti
secolari e dei laici, desiderosi di vivere monasticamente ed alla continua ricerca di luoghi
impervi e solitari ove erigere i propri romitori, i quali eressero, tra il 1090 e il 1096 con
l'aiuto dei conti Cadolingi, signori feudali del territorio, una piccola chiesa ed il monastero,
posto quest'ultimo sotto la regola di San Giovanni Gualberto.
La cerimonia di consacrazione della Chiesa avvenne solo nel 1107, celebrata dal vescovo di
Pistoia.
7
Il complesso raggiunse la sua massima importanza tra il XII e il XIII secolo: indice della sua
rilevanza fu il passaggio dal titolo di priore a quello di abate.
Nel 1499 il Papa Alessandro VI, con motu proprio concesse l'Abbazia in commenda al
canonico fiorentino Ainolfo Bardi, derogando ai privilegi concessi alla congregazione
vallombrosana che vietavano di incommendare i monasteri appartenenti alla comunità
religiosa. Da allora inizio il periodo di decadenza del monastero, quando i Bardi
cominciarono ad appropriarsi delle rendite del monastero al punto di causarne la totale
decadenza fino all'abbandono definitivo da parte dei monaci a metà del 1500.
I Bardi, rimasti gli unici abitanti dell'ex-monastero, ne apportarono cambiamenti interni
importanti, lasciando solo alcuni locali ad un cappellano. Le umili celle dei monaci
divennero ampie stanze arredate con mobili e suppellettili di ogni genere.
Nel 1623 la Chiesa fu eretta in parrocchia.
Nel 1797, a seguito della soppressione dei feudi ordinata dal governo francese, la famiglia
Bardi perse la proprietà dell'Abbazia, che finalmente ritornò libera dal patronato, ma versava
tuttavia in condizioni di totale abbandono.
Nel 1939, poiché nel nucleo abitato di Montepiano erano iniziati i lavori per la costruzione
di una nuova chiesa parrocchiale, la curia di Pistoia pose in vendita l'edificio monastico,
mantenendo la sola chiesa. Il grande fabbricato venne acquistato una prima parte nel 1943,
la parte restante nel 1954, dalla Piccola Missione per i Sordomuti di Bologna.
Le varie vicissitudini storiche che hanno interessato il complesso hanno influito
notevolmente sulla sua struttura architettonica, modificando e in parte stravolgendo l'assetto
originario.
Oltre alle modifiche apportate dai Conti Bardi, l'Abbazia subì ulteriori modifiche, sia per
incuria, che ne causò una parziale demolizione nel 1837, sia a seguito dei danni causati dal
terremoto del 1842, che fece crollare parte del monastero (segno tangibile degli interventi di
consolidamento sono i barbacani presenti lungo la facciata sud-est del complesso e il
ringrosso delle murature perimetrali sulla porzione del fabbricato nell'angolo sud-ovest,
apportati a seguito del terremoto).
Altre modifiche sopraggiunsero dopo l'acquisto da parte della Piccola Missione.
Le tre ali del fabbricato che andarono a costituire il monastero, costituito da due piani,
furono erette nei due secoli successivi alla nascita dell'abbazia in virtù della crescente
importanza della vicina località di Montepiano, ubicata presso il valico più basso tra quelli
che uniscono la Toscana con l'Emilia, sulla via che collega Prato con Bologna attraverso le
valli del Bisenzio e del Setta (affluente del Reno), strada di notevole importanza nel
Medioevo.
Alcuni documenti testimoniano la presenza di un luogo di raccolta dei prodotti, frutto
dell'attività dei monaci, e di un "ospitale", in base ad una delle principali finalità del
monachesimo medioevale: l'assistenza dei viandanti e dei pellegrini.
Negli anni a seguire l'immobile originario ha subito una serie di ampliamenti, come
testimoniano le tre ali del fabbricato differenti per tipologia, per dimensione, per
disposizione interna dei locali e volumetria, segno tangibile dei vari adattamenti che la
struttura primitiva ha subito per venire incontro alle esigenze dei vari proprietari
avvicendatisi nei tempo fino all'epoca attuale.
Dagli anni '80 il fabbricato è stato oggetto di ristrutturazioni per adeguamenti igienico
sanitari e risanamenti conservativi, tra i quali il rifacimento di parte del tetto.
E' stato inoltre realizzato un ampliamento, costituito dal fabbricato separato posto a nord-est
del complesso originario.