Mercato immobiliare

Ecosostenibilità: un valore economico, non solo etico.

Articolo di La Redazione 3 dicembre 2019
La riqualificazione edilizia nel rispetto della sostenibilità ambientale come valore aggiunto per il proprio immobile.
La responsabilità di oggi assicura il benessere di domani

Ecosostenibilità è una delle parole d’ordine del nostro tempo. Si tratta di porre in essere un modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri, mediante azioni e “buone pratiche” volte a ridurre al massimo l’impatto ambientale di ogni tipo di azione dell’uomo sulla Terra.

Mentre gli scienziati invitano a non trascurare le conseguenze dell’atropizzazione, i giovani scendono in piazza ed i governi parlano di green new deal, è incontestabile che questa sarà la direzione da intraprendere nei prossimi anni, anche nel settore immobiliare. Chiediamoci perché.

Blade Runner o miglioramento dell’efficienza energetica?

Nel 1982 il regista Ridley Scott ambienta il film di fantascienza Blade Runner in una distopica Los Angeles -guardacaso - del 2019, in cui svettano moderni grattacieli e fiammeggianti industrie delle multinazionali, mentre sono destinati alla residenzialità palazzi vecchi, fatiscenti e adattati alle nuove tecnologie facendo passare cavi e tubazioni sulle facciate esterne. Qui il pianeta Terra è ormai devastato dall’inquinamento in modo irrecuperabile: non ha più senso costruire nuova edilizia residenziale per quanti non possono permettersi di lasciare il pianeta, per una vita migliore nelle colonie spaziali. Quindi si adatta e sistema alla meglio quello che già c'è.

Nel frattempo al 2019 ci siamo arrivati e, pur senza autovetture volanti e colonie spaziali, la Terra è ancora un bel posto dove stare, benché sia innegabile che si profilino all’orizzonte emergenze di carattere ambientale non trascurabili.

La via per la ecosostenibilità di un immobile passa principalmente per il miglioramento della sua efficienza energetica: sono i consumi, effettivi o potenziali, l’aspetto su cui intervenire prioritariamente. La tecnologia disponibile consente l’installazione di accorgimenti e strutture tali da ridurre la dispersione e lo spreco delle energie; al contempo sono disponibili sul mercato impianti di autoproduzione energetica con ricorso a risorse naturali rinnovabili (luce solare e vento, principalmente) con costi ragionevolmente sostenibili. Senza parlare di tutto il contributo migliorativo che può aggiungere la tecnologia domotica in costante sviluppo.
 

Ma ne vale la pena?

Un bene che costa meno a chi vi risiede, è senz’altro più appetibile, sia nel caso di compravendita che di messa a reddito. Si tenga conto che ormai quasi nessuno più si lamenta di differenziare i rifiuti; si diffonde la consapevolezza che, per star bene, si può fare il sacrificio di spendere qualche soldo in più. Così oggi chi acquista o affitta un immobile lo fa prestando attenzione sia al portafogli che al benessere di cui potrà godere nella casa in cui andrà ad abitare. 

Inoltre è ragionevole ipotizzare che a breve gli interventi legislativi nazionali e sovranazionali (UE) volti a promuovere l’ecosostenibilità si intensificheranno, considerato il grave ritardo che affligge l’intero ambito comunitario “Numeri alla mano, il problema delle prestazioni energetiche sembra essere molto diffuso a livello europeo: circa 250 milioni di immobili necessitano di interventi per raggiungere gli standard imposti dall’UE, che prevedono da qui al 2050 di ridurre dell’80-95% le emissioni inquinanti.” rammentava nel 2018 Francesca Lauritano (https://www.immobiliare.it/news/regno-unito-ecco-i-mutui-green-approvati-dallue-36573/) e la situazione non pare oggi migliorata.

Già il punto 7 del programma del Governo in carica indica questa direzione “Il Governo intende realizzare un Green New Deal, che comporti un radicale cambio di paradigma culturale e porti a inserire la protezione dell’ambiente e della biodiversità tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la protezione dell’ambiente, il progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, [...] il contrasto ai cambiamenti climatici. Occorre adottare misure che incentivino prassi socialmente responsabili [...]; perseguire la piena attuazione della eco-innovazione; [...] È necessario promuovere lo sviluppo tecnologico e le ricerche più innovative in modo da rendere quanto più efficace la “transizione ecologica” [...].”

In tale indirizzo si inserisce la conferma, da parte del ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli in un recente messaggio al XXIX Coordinamento legali di Confedilizia a Piacenza della proroga degli incentivi per gli interventi di riqualificazione anche per il 2020. Nel messaggio si dichiara l’espressa intenzione non solo di prorogare queste misure a sostegno del settore per l’anno venturo, ma addirittura di renderle strutturali in futuro, nella consapevolezza che spesso gli interventi edilizi prevedono un impegno economico importante che richiede una programmazione a lungo termine.

Nel quadro descritto, è probabile che il passo successivo agli incentivi sia l’introduzione di provvedimenti volti a disincentivare “cattive pratiche” e indolenze, cui seguiranno inevitabilmente, per chi non si adeguerà, provvedimenti più drastici di sanzione e divieto, come già sta accadendo nel settore automobilistico.

In questo contesto anche soggetti privati come le banche stanno introducendo nuovi strumenti finanziari finalizzati al sostegno delle riqualificazione immobiliare in senso ecosostenibile, si veda in proposito l’articolo di Lauritano sopra citato, riferito al mercato britannico.

Quindi la risposta è sì! Ne vale la pena ed è il momento giusto.
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La Redazione