Mercato immobiliare

Hospitality: i vantaggi dell’accoglienza diffusa.

Articolo di La Redazione 14 gennaio 2020
Quando la riqualificazione immobiliare può essere un'opportunità per il piccolo investitore.
Una locomotiva che tira

L’hospitality, da intendersi come il ramo dell’economia che ruota intorno all’accoglienza turistica, è uno dei pochi indirizzi commerciali che davvero cresce. Secondo il World Travel & Tourism Council, nel 2017 un lavoratore su dieci operava nel turismo; con una crescita stimata di quasi il 4% annuo, questo settore continua a essere un potente generatore di opportunità: si prevedono 100 milioni di nuove posizioni lavorative entro il 2028, a livello globale.
Con riferimento all’Italia il  report WTTC 2019  riferisce che la percentuale di impiego in ambito turistico è superiore di quasi tre punti e mezzo (13,2%) rispetto a quello mondiale, mentre il tasso di crescita del settore è stato nella media globale del 3,2%. 
 

Seduti sul petrolio e non saperlo

Quante volte da bambino hai sognato di trovare il tesoro dei pirati o la miniera d’oro, da ragazzo ti saresti accontentato di ventimila lire (o venti euro); adesso, adulti, porti avanti il tuo lavoro un giorno dopo l’altro in attesa del bonifico del cliente o dello stipendio a fine mese (se sei un dipendente).

Eppure il tesoro dei pirati, la miniera è intorno a noi e non ci facciamo neanche più caso: nella cittadina dove vivo dovevano costruire un ponte: facendo gli scavi per le fondazioni è venuto fuori un complesso termale di età romana, con ritrovamenti archeologici di valore inestimabile. E se non sono antiche vestigia sono paesaggi, cibi e tradizioni secolari. Siamo seduti su un pozzo di petrolio che si chiama turismo e non lo sappiamo. Ancora peggio: spesso lo sappiamo e ci lamentiamo che nessuno faccia nulla per valorizzare tutto questo.

Italiani, decani del mondo.

Intanto invecchiamo, perché un altro primato nazionale è quello del declino demografico: nel mondo siamo, con il Giappone, una delle nazioni con l’età media più alta ed il numero di nascite più basse. Siamo una nazione di pensionati, peraltro solitamente abbastanza in forma da cominciare a viaggiare e visitare posti, oppure accogliere chi già lo fa. 

Ereditare o rinunciare?

Interessante, dirai, ma qui si parla di immobiliare, non di pregi nazionali nè di sociologia! Cosa c’entra tutto questo?
Un tempo ereditare era un privilegio: capitava di ritrovarsi di punto in bianco “benestanti”, come si diceva una volta (so di qualcuno che l’aveva fatto mettere come professione in carta di identità), proprietari di terreni, masserie, appartamenti, grazie alla cortese tempestiva dipartita di un parente.

Oggi ereditare, solitamente, è una grana colossale: burocrazie e spese, prima per verificare se vale la pena accettare, poi per accettare o rinunciare. Infatti, tra tasse e ipoteche e debiti del caro estinto spesso, come si dice, il sugo si mangia il pesce.
La sfida è come gestire questi asset per farli rendere più di quanto non ti costino.
La conseguenza è che sempre più spesso per praticità, serenità, economicità, il compendio immobiliare ereditario viene abbandonato alla devoluzione al demanio.
 

Si chiude il cerchio.

La cascina del nonno, l’appartamento della zia sono in condizioni dignitose? Si trovano in località di interesse culturale o paesaggistico o enogastronomico (come dire praticamente qualsiasi città, paese o borgo d’Italia)?

Ecco che abbiamo a disposizione il nostro pozzetto di petrolio pronto a darci quel rinforzino allo stipendio di cui avevamo bisogno, per toglierci qualche pensiero o qualche sfizio.

L’affitto a breve termine o short rent a fini turistici è una possibilità concreta di ottimizzare la proprietà con investimenti contenuti e garanzie maggiori rispetto alla locazione classica, con vantaggi sia per chi mette l’immobile a disposizione sia per chi ne usufruisce.

Questo è quanto emerge dalla convention nazionale del settore extraalberghiero recentemente svoltasi in diverse località sul territorio:
possiamo essere la risposta ad un turismo non più concentrato in pochi periodi dell’anno e nelle principali località di richiamo, bensì diffuso su tutto il territorio nazionale e per tutto l’arco dell’anno; un turismo che cerca anche un maggiore contatto emozionale con le genti ed i luoghi che visita, quasi a volersene integrare.
Un turismo che richiede un'offerta di accoglienza altrettanto diffusa e funzionale anche per piccoli numeri di visitatori; un turismo che tira da oltre un decennio, indifferente a crisi economiche e politiche. Una locomotiva che può essere alimentata anche dal tuo petrolio. 

Perché aspettare il prossimo treno, se puoi salire su questo?
 

La Redazione