Agenti immobiliari

Smart working e decentramento residenziale

Articolo di La Redazione 27 aprile 2021
Con il lavoro da remoto sono cambiate le esigenze e le abitudini abitative

Nei mesi scorsi sono avvenuti molti cambiamenti nella vita di tutti. Non tutti questi mutamenti sono negativi, anzi comportano evoluzioni e salti qualitativi che sbalzano le vite dalle loro zone di comfort per portarle, attraverso un periodo di incertezza, a nuove sicurezze esistenziali.

Nonostante i blocchi agli spostamenti, grazie alle tecnologie informatiche sempre più diffuse e portatili, molte categorie di lavoratori hanno potuto proseguire la propria attività mediante il web, da casa propria.

Una conseguenza quasi immediata di ciò è stata la consapevolezza che si poteva farlo da ovunque. Quindi, chi ha potuto ha raggiunto la casa vacanza, che per sua natura si trova in località più amene rispetto alle metropoli ed ha continuato a lavorare da lì.

Adesso alcune certezze si sono consolidate. Sono molti i progressi e le buone pratiche quotidiane che potranno darsi per acquisite: tra queste la diffusione dello smart working. 

La ricaduta sul mercato immobiliare è già in corso: divenuto evidente che la casa vacanza è funzionale per soggiorni di medio-breve durata, ma inadatta per una periodi maggiori o permanenti, si è aperto un mercato nuovo, che cerca immobili residenziali anche di un certo pregio, per diventare il nuovo alloggio primario del lavoratore e della sua famiglia.

Per entrare in questa partita devi avere chiaro:

  1. chi è il cliente: di solito chi ha la possibilità di spostare la residenza per lavorare da remoto appartiene alla fascia di età tra i 35 e i 50 anni, ha una certa sicurezza economica collegata ad una stabilità lavorativa, per professionalità acquisita o per tipologia del datore di lavoro, per esempio un ente pubblico. Ha una situazione famigliare che consente lo spostamento, probabilmente con un partner anch’esso svincolato dalla presenza personale sul posto di lavoro. Ritiene un privilegio potersi togliere dal caos della città per lavorare in località più a misura di persona, dove sia possibile alternare l’attività lavorativa con una nuotata in mare o una passeggiata nella natura. Per questo motivo potrai chiamarlo a recensirti nel promuovere la soluzione presso altri potenziali acquirenti. La stessa dimestichezza con la tecnologia che gli consente di lavorare fuori sede, gli permette di esplorare il mercato immobiliare in modalità virtuale. Motivo per cui devi essere pronto e capace a farti trovare quando cerca sul web.
     
  2. Cosa si lascia, cosa si desidera: il trasferimento da una grande città ad una località di provincia potrebbe essere traumatico, perché comporta lasciare indietro rapporti e relazioni consolidate negli anni, dal postino al collega di lavoro, e l’idea che “in città si trova tutto”. 

    Quello che si cerca è la vita da sempre desiderata nella casa dei suoi sogni. Il tuo compito è quello di stargli vicino e renderlo consapevole che questo è possibile oggi... o mai più.

    Devi dargli una piccola spinta, perché decida di concretizzare il desiderio di cambiamento: con il tuo aiuto, deve accorgersi che da un lato i rapporti e le relazioni che aveva in città non sono perduti, dall’altro che alla nuova realtà corrispondono nuovi incontri e storie, smitizzare la grande città, facendogli notare che ormai, con il mercato online, tutto si trova ovunque e senza passare ore in tangenziale o a cercare parcheggio (a pagamento).

    Puoi lasciar intendere che tra i vantaggi della nuova sistemazione c’è il gusto ideale di vacanza permanente. Ti dico: non mettere online delle visite virtuali: metti dei viaggi emozionali! Nella transizione dalla città alla periferia, poniti come punto di riferimento per i clienti sia per quanto riguarda una rete di professionisti ed artigiani da suggerire in caso di esigenze burocratiche o materiali, sia per quanto riguarda l’inserimento nel tessuto sociale e culturale della nuova località di residenza. Non farti trovare impreparato in questo.
     
  3. Cosa attira il cliente: un aspetto prioritario in questo discorso sono i collegamenti, perché è probabile che nel periodo medio-lungo lo smart working possa ridursi, con l’introduzione di modalità di lavoro miste, parte in sede, parte da remoto. Inoltre avere la disponibilità di un campobase lavorativo nel grande centro, un piccolo ufficio in città può essere comunque necessario anche a chi ha fatto la scelta di delocalizzare la loro sede di lavoro in periferia.

    Pochi mesi fa una relatrice al meeting Scenari Immobiliari demoliva la prospettiva della fuga dalle grandi città verso località secondarie più vivibili, ritenendola inattuabile per la grave carenza nazionale di collegamenti affidabili e veloci, nonché per l’ancora inadeguata copertura telematica di tutto il territorio.

    Purtroppo è vero che molte località di pregio storico e culturale ed intere aree del territorio non sono servite al meglio, ma in realtà una grandissima parte della provincia italiana è adeguatamente collegata ai principali centri economici, che possono essere raggiunti in meno di un paio d’ore da qualunque cittadina vicina.

    Chi vive in città non si rende mai conto che ci vuole meno tempo a raggiungerla dalla periferia che ad attraversarla per andare in palestra. Questo è il momento di farlo notare. Al contempo puoi evidenziare che le località già “turistiche” solitamente sono le meglio attrezzate come copertura di rete e come infrastrutture, poiché in stagione devono supportare il decuplicarsi delle presenze.

    Un secondo requisito ricercato è lo spazio. Chi cerca un alloggio per lo smart working ha bisogno di ambienti da dedicare a ufficio domestico, anche più di uno se in famiglia gli smart worker sono due, con predisposizioni anche per videoconferenze senza invasioni di pargoli o animali domestici. 

    Il terzo è l’autonomia: finora la tendenza residenziale era un appartamento in un condominio signorile nell’immediata periferia della città, dove sostanzialmente si cenava e si dormiva. Per il resto si viveva in centro, sia per lavoro che per svago, facendo ritorno al domicilio per la notte. Per reazione si cerca un alloggio per quanto possibile autonomo, magari con un po’ di giardino.

Da solo non puoi farcela

Se hai letto bene, quello che ho scritto sopra ti starai chiedendo come sia possibile lavorare da Milano Verona Roma o Palermo e trovare un immobile adeguato rispettivamente ad Alassio, Sappada, Terracina o San Vito Lo Capo, e fornire al cliente quel tipo di trattamento ed assistenza.

Giusta domanda, la risposta la conosci già: devi operare in una rete! Se hai un’agenzia urbana devi prendere contatto con i colleghi delle località periferiche più appetibili. Questa soluzione risponde anche alle esigenze degli agenti delle province: finora se qualcuno aveva esigenza di trasferirsi in città, doveva partire armi e bagagli e rivolgersi ad uno sconosciuto agente cittadino.

Se invece va a regime una forma di reciproca collaborazione centro-periferia, il cliente sarà felice di continuare a fare riferimento al suo professionista di fiducia, che tramite i suoi contatti, lo metterà nelle mani altrettanto sicure di un collega sul territorio di destinazione, con inevitabile ritorno di prestigio e di reputazione.

Al tempo dello smart working, non puoi permetterti di fare tutto mediante agenda e piccione viaggiatore: aggiorna i tuoi hardware e software, anche quelli mentali, e crea viaggi virtuali in dimore dove lavoro e vacanza si confondono.

È un mercato che viaggia veloce in un tempo di incertezza: se dimostri di saperlo gestire, anche il cliente più disorientato si affiderà a te! 
 

La Redazione